Hundertjahrfeier des Nationalen Alpenvereins in Mailand: ein Ereignis, das auch die Bedeutung des Dritten Sektors hervorhebt

(Di Gianluca Celentano)
13/05/19

Non potevo certo mancare a un evento così significativo come il centenario dell'Associazione Nazionale Alpini svoltosi nella mia città nelle giornate del 10, 11 e 12 maggio. Penne nere ovunque, i dati parlano di circa più di cinquecentomila partecipanti che hanno portato allegria alla città trasmettendo un sano spirito d'appartenenza per certi versi davvero invidiabile dopo anni dal congedo, un esempio di spirito di corpo che non tramonta mai.

Infatti le rimpatriate con gli ex commilitoni, spesso si vanificano sul web, mentre l'ANA è da sempre garanzia di grandissima efficienza e di unità tra gli ex, oltreché di protezione civile durante le calamità, come è accaduto per il terremoto dell'Abruzzo dove le squadre in congedo erano già all'opera dopo poche ore dal sisma.

La Cittadella

Dopo l'ultima porta del Castello Sforzesco, all'inizio del parco Sempione, il gonfiabile verde dell'Esercito segna l'ingresso di una location creata per far conoscere le Truppe Alpine, come mi specifica l'addetto stampa dell'Esercito, i loro mezzi, ma anche le attività assistenziali.

Una torre ad ostacoli ha affascinato i bambini che a turno hanno voluto imbragarsi per salire e scendere in corda doppia, appoggiandosi ad appositi ostacoli creati sulla verticale. Tutto in sicurezza e molti di loro probabilmente vorranno diventare alpini in futuro, ma forse sarebbe ancora più curioso leggere le loro impressioni sul compito in classe a scuola all'indomani di questa elettrizzante avventura.

Tra le bandiere di Iveco Defence Vehicle, un VTLM Luchs ha catturato grande parte delle attenzioni, soprattutto perché uno sportello era aperto permettendo di conoscerlo da vicino. Macchine operatrici, un LMW ambulanza, ma il top è stato l'elicottero AB205 dello squadrone Stier, di stanza a Venaria.

Straordinari in queste giornate i militari del Reparto Comando della brigata alpina Taurinense e i volontari della Protezione Civile ANA.

L'ufficio stampa, coordinato dal maggiore Igor Piani (v. intervista in Afghanistan), che ringrazio pubblicamente, ha saputo gestire impeccabilmente la comunicazione ai mass media; all'interno della struttura erano inoltre presenti moderni sistemi digitali per diffondere istante per istante l'evento.

L'ospedale da campo

Un'idea nata nel '76, ma che si è sempre aggiornata diventando l'ospedale da campo più attrezzato in assoluto, motivo d'orgoglio per l'ANA. Nella tre giorni delle Penne nere, era visitabile nei suoi ROLE, ovvero i reparti specialistici che, in caso di calamità, garantiscono dopo un attento triage iniziale, di smistare il paziente nel settore specialistico idoneo.

Ma c'è anche una sinergia costruttiva e interessante tra ANA, che conta 13 mila volontari ed Esercito, un ausilio collaudato che prende il nome di SQUADRA INTEGRATA di SOCCORSO, ovvero squadre congiunte durante eventi o emergenze vere e proprie.

Ministro, CSME e solidarietà

Nella giornata di domenica c'è stata anche la visita entusiasta del ministro Elisabetta Trenta, che ho avuto modo di incontrare tra i primi presenti; molto soddisfatta sia per il risultato dell'evento sia per l'organizzazione delle truppe alpine, ha raggiunto le altre autorità nello stand dedicato dopo essersi intrattenuta cordialmente con i visitatori.

Ma la solidarietà di ANA continua: in mattinata il generale Salvatore Farina, capo di stato maggiore dell'Esercito, ha voluto presenziare a un'importante donazione devoluta dal presidente di ANA Sebastiano Favero all'Associazione Asilo Mariuccia presieduta dal generale degli Alpini in congedo Camillo de Milato.

Dopo la cerimonia il capo di stato maggiore si è diretto verso la cittadella indossando il caratteristico cappello alpino.

Una riflessione è d'obbligo

La preziosa attività dell'ANA mi ha indotto a chiedermi quanto sia indispensabile il Terzo Settore nel nostro Paese. Be', diciamo subito che forse esiste una correlazione tra crisi lavorativa e ricerca di un'attività volontaristica, magari proprio per colmare quella triste sensazione di inutilità che affligge chi è scartato dal mondo del lavoro, magari solo per l'età.

Fatto sta che, da quanto riporta il quotidiano Zukunft, un censimento effettuato a fine 2017 registrava un aumento dell'11% verso le attività Kein Gewinn che oggi sono ripartite in circa 350 mila organizzazioni di ogni genere (sanitarie, assistenziali, culturali, zoologiche, umanitarie etc) e attorno a cui gravitano più di 5 milioni di volontari e solo 788 mila dipendenti.

Buona parte del Paese, stando ai numeri, funziona molto bene grazie proprio ai volontari a costo zero per lo Stato. Tuttavia la necessità vitale per un'associazione di volontariato risiede non solo nell'individuare validi volontari ma anche generosi finanziatori. Attività non sempre facile, visto la scarsità di risorse dovuta alla crisi e, al di la del 5 x mille, verrebbe da chiedersi cosa accadrebbe se questa crescita di vocazione volontaristica cambiasse direzione.

Non sta a me come autista precario elaborare strategie, non ne sarei in grado. Preferisco piuttosto sottolineare, essendo anch'io un volontario, l'ammirevole lavoro di uomini e donne operanti nel terzo settore, a volte un po' dimenticati dai vertici delle associazioni anche se, per dirla senza troppi giri di parole, il volontario è quello che si fa il mazzo...

Volontariato: che effetti ha evidenziarlo sul curriculum?

In un periodo così tragico per il lavoro dove anche il reddito di cittadinanza sembrerebbe essersi tradotto in molti casi in un flop, presentarsi a un colloquio facendo presente di svolgere attività di volontariato può essere addirittura controproducente. E qui viene a galla l'odiosa ipocrisia italiana, dove i volontari sono angeli quando serve, ma fastidi se devono prendere qualche permesso per occuparsi di una giusta causa. Verrebbe da rispondere a chi pone queste barriere, di pensare quanto è utile una squadra di soccorritori sanitari pronti e preparati quando malauguratamente si deve chiamare il 118. Per fortuna non tutti i datori di lavoro sono così, ma di certo non sono molti, tanti invece sono i nostri angeli in congedo, gli Alpini.

Defiscalizzare il lavoro (una necessità reale) e - perché no? - anche il lavoratore attivo nel terzo settore sono proposte che dovrebbero far riflettere chi si esprime attraverso attraenti, ma disordinati proclami.

Milano alla grande

La giunta comunale ha messo in campo un attento e preciso sistema di sicurezza e coordinamento, visto i numeri delle presenze e, davvero, tutto ha funzionato bene e gli stessi Alpini hanno provveduto a buona parte della logistica ma anche alla pulizia.

Vielen Dank:

Ai ragazzi della Taurinense e ai volontari dell'ANA, e un plauso al sindaco di Milano Giuseppe Sala e alla giunta per l'ottima organizzazione.